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Alla ricerca della nuova regina

Nonostante l’ora tarda voglio scrivere due parole anche sul torneo femminile, che ha regalato due match forse al di sotto delle aspettative. Non so voi, ma io personalmente, nell’elaborare i miei pronostici quotidiani, ero seriamente convinto del fatto che Maria Sharapova e Samantha Stosur sarebbero arrivate a disputare l’atto finale degli Internazionali di Roma. Quello che, semmai, mi ha sorpreso è il modo in cui vi sono arrivate.

Su Samantha poco da dire. Partiva favorita contro Na Li, giocatrice che sia a Madrid che qui aveva raccolto due semifinali, ma non aveva mai seriamente convinto nel gioco. Ed in effetti la numero uno d’oriente ha tenuto testa soltanto nel primo set alla potente australiana. Perso il tie-break, la Li si è praticamente chiamata fuori, lasciando campo libero ad una Stosur sempre più convincente. 7-6 6-0 e finale in cascina.

Mi ha lasciato notevolmente colpito, invece, l’esito della seconda semifinale. Non tanto per il successo di Maria Sharapova, che avevo precedentemente pronosticato e nel quale credevo realmente, quanto per le modalità con cui è giunto. Masha ha dominato in lungo e in largo lo scambio, facendo il bello e il cattivo tempo (40 vincenti!) e relegando Caroline Wozniacki, numero uno mondiale, al ruolo di comparsa, di sparring partner. La riflessione che mi pongo (e di certo non serviva questo match per farlo capire) è la seguente: la numero uno del mondo può mai farsi dominare in maniera così netta da un’altra giocatrice? Ovviamente NO! La mia considerazione è che il tennis femminile sta vivendo momenti molto difficili, con pochi talenti e tante, troppe giocatrici che arrivano nei piani alti più per doti fisico-atletiche che per reali doti tecniche. È aberrante vedere come nell’arco di un decennio siamo passati dall’avere una top ten di assoluto rispetto ad avere una top ten vergognosamente scarsa (non vorrei esagerare nei toni), in cui c’è davvero poco talento (e grazie al cielo che c’è Francesca!). Dove ci può condurre tutto questo? Non mi dilungo, perché sto uscendo fuori dal seminato, ma proverò a riaffrontare l’argomento a torneo finito e a mente fredda.

Domani, quindi, sarà Sharapova-Stosur. Nonostante i precedenti siano vergognosamente dalla parte della Sharapova (7-0) è giusto sottolineare che si tratta di match alquanto datati, eccezion fatta per l’ultimo scontro diretto, risalente al torneo di Miami di questa stagione. Una cosa è certa: sarà lotta, di quella vera.

 
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Pubblicato da su 15/05/2011 in Analisi, match, Tennis, Wta

 

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Ancora loro due

Come forse molti si aspettavano la finale degli Internazionali di Roma sarà tra Rafael Nadal e Novak Djokovic. Quello che in realtà nessuno si aspettava era la dinamica con la quale si sono sviluppati i due match, con Nadal che ha chiuso in due set, faticando soltanto nel primo parziale, e Djokovic che ha rischiato seriamente di interrompere la sua striscia consecutiva di successi nel 2011. Ma procediamo per ordine. Rafa Nadal scende in campo per primo, in un centrale gremito fino all’ultimo posto, contro Richard Gasquet. Un match che promette spettacolo e non solo perché il Gasquet visto finora ha tutte le carte in regola per estromettere un Nadal a dir poco opaco in questo torneo, capace di dare qualche sprazzo di luce giusto nel match di quarti contro Marin Cilic. E in effetti il primo set vive di un grande equilibrio, con Gasquet molto solido e propositivo. Si va avanti nell’equilibrio più assoluto, con Nadal che, tuttavia, fatica più del francese a mantenere i turni di servizio. Si arriva così sul 5-5, con Richard che sembra davvero essere pronto per il colpaccio. In realtà, tutto ad un tratto la luce del talento francese si spegne e, complice un Nadal che diventa sempre più “confident”, si arriva al break del 6-5 per il maiorchino. È la fine del match. Gasquet subisce un pesante passivo di 9 giochi a 1, e finisce sconfitto per 7-5 6-1. Non si sa se siano più i meriti di Nadal o i demeriti dell’enfant prodige francese, fatto sta che Rafa si ritrova in finale ancora una volta (la quinta in sei anni), quando forse neanche lui ci sperava. Richard si dichiarerà alla fine vittima della stanchezza ma, comunque, ampiamente soddisfatto del torneo disputato (eh bé!). Se lo merita. Merita di ritrovare quella continuità di rendimento che, congiunta con il suo bel tennis, potrà ricondurlo nella top ten.

In serata arriva finalmente il momento del match tra Andy Murray e Novak Djokovic, le due eterne promesse del tennis, i due alter ego a Nadal e Federer. Considerando il Nole di questo 2011 e l’incostanza murriana la mia paura è che si possa assistere, o meglio si rischi di non assistere, ad un vero match. E il primo set non fa altro che aumentare le mie preoccupazioni: 6-1 Djokovic, gran poco spettacolo, impalpabile Murray. Nel secondo parziale accade però ciò che non ti aspetti. Nole infatti subisce un pesante calo fisiologico e, complice una crescita dello scozzese, il match cambia velocemente rotta. Murray chiude per 6-3 il secondo set e si porta avanti di un break anche nel terzo (dopo essere stato sotto 3-1). Sul 5-4 Andy va a servire per il match, ma Nole resuscita e, con un gran colpo di coda, riprende il break di svantaggio e conduce lo scozzese al tie-break, che finisce per vincere per 7 punti a 2. Pazzesco Nole. Quando sembrava ormai stramazzato, ha trovato la forza per risalire la china e conquistarsi una finale che, a questo punto, si è ampiamente meritato. È stanco, ed è comprensibile, considerando che mantiene ritmi di gioco altissimi e che arriva in fondo in tutti i tornei che disputa. Domani lo attende Rafa. Sarà, e statene certi, un gran bel match e, sorprendentemente, credo che l’imbattibilità di Nole in questo 2011 possa cessare.

 
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Pubblicato da su 15/05/2011 in Analisi, Atp, match, Tennis

 

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Sparring quarters

Il venerdì del Foro Italico ha regalato ben poche emozioni al pubblico romano, per lo meno nei match maschili. La felice conseguenza è che domani si rischia di assistere a due semifinali dall’alto tasso tecnico e dal grande equilibrio. Ma procediamo con ordine. Nella parte alta del tabellone hanno raggiunto le semifinali Rafael Nadal e Richard Gasquet, i due ex-futuri prodigi. Sono davvero contento, per entrambi e per motivazioni diverse. E, paradossalmente, sono più sorpreso del successo del maiorchino rispetto a quello del francese. Questo non tanto per il valore dei singoli giocatori quanto per le condizioni fisiche di Nadal. Dopo due match giocati non al top ed una condizione fisica apparsa alquanto precaria (secondo lo spagnolo dovuta ad un virus) temevo che il match di oggi potesse segnare il capolinea per il numero uno mondiale al Masters di Roma. Per fortuna mi sbagliavo! Nadal ha offerto una buona prestazione, riuscendo ad imporre il proprio gioco e a non dare a Cilic la possibilità di esprimere il proprio tennis, costringendolo a fare da tergicristallo oltre la linea di fondocampo. Risultato un 6-1 6-3 molto netto e incoraggiante, soprattutto per il morale. Domani, però, con Gasquet sarà altra storia. Richard è uscito fuori alla grande da un match non semplice contro Tomas Berdych. Un match lottato fino all’inverosimile, con il transalpino che, però, dal secondo set è riuscito a trovare la giusta quadratura e ha finito per trionfare con lo score finale di 4-6 6-2 6-4.

Altra storia è quella della parte bassa del torneo. Andy Murray, nel primo match di giornata, ha superato Florian Mayer. In realtà, lo scozzese è rimasto qualche minuto in più negli spogliatoi e ha mandato una controfigura a prendere un netto 6-1 nel primo parziale! Non vi dico che dopo il primo set ero seriamente innervosito, a pensare che Murray ieri aveva estromesso Potito giocando un ottimo match e oggi latitava in mezzo al campo contro il tedesco Mayer che, tra i vari pregi, non ha di certo quello del bel tennis. Grazie al cielo, nel secondo set Andy ha deciso che era arrivato il momento di fare il proprio ingresso sul centrale e, così, ha restituito con gli interessi il 6-1 iniziale a Mayer, chiudendo secondo e terzo set col medesimo punteggio. Buon match, ma gli è andata bene perché l’avversario era nettamente inferiore. Domani, Murray avrà Nole Djokovic. Inutile dire che un atteggiamento del genere produrrebbe un veloce 6-1 6-1. Certo, perché Nole continua a mietere vittime e oggi ha asfaltato Robin Soderling. Va detto che il ragazzone svedese deve comunque ritenersi soddisfatto per l’ottimo torneo, considerando che si è imposto su Verdasco e Almagro (entrambi hanno grandi meriti nelle loro sconfitte) ma è altresì evidente che prendere un veloce 6-3 6-0 come ha fatto stasera Robin, non può essere accettato, a maggior ragione se si è il numero 5 al mondo. Detto ciò, Djokovic continua a mettere seriamente paura. È lui il candidato numero uno al titolo, anche perché sospinto dalla voglia di diventare numero uno del mondo, voglia che, per lo meno per questa settimana, non potrà concretizzarsi, a causa del successo di Nadal che ha garantito al maiorchino la leadership anche per la prossima settimana. Staremo a vedere, intanto godiamoci le due semifinali di domani che, a mio parere, ci daranno tanto spettacolo e divertimento.

 
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Pubblicato da su 13/05/2011 in Analisi, Atp, Tennis

 

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E ne rimasero quattro

Ho già discusso in precedenza il caso Schiavone e quanto successo oggi nello sciagurato match che ha visto Francesca finire sconfitta contro una solida Samantha Stosur. Non mi voglio ripetere in quanto detto prima, spero solo che Francesca riesca a ritrovare la lucidità mentale e la solidità fisica che l’hanno spesso accompagnata in passato, perché a Parigi non si può e non si deve fallire. Francesca ha tutte le carte in regole per bissare il titolo del Roland Garros (non prendetemi per visionario!).

Detto ciò mi sembra opportuno soffermarsi sugli altri tre risultati odierni. Procedo per ordine di risultato. La prima a conquistare le semifinali è stata Na Li. Secco 6-3 6-1 a Greta Arn. Sapevo che la Li avrebbe vinto, ma mi aspettavo di certo una maggiore resistenza dell’ungherese, che invece si è liquefatta sotto il sole romano.

Ciò che mi sembra meriti di essere discusso riguarda invece i due quarti di finale della parte alta, che vedevano opposte quattro giocatrici di assoluto livello (anche se non tutte al top della condizione). Caroline Wozniacki ha centrato la qualificazione per le semifinali ma, come mi aspettavo, non ha avuto vita facile contro Jelena Jankovic. La serba che forse (e si spera vivamente) sta ritrovando continuità e fiducia, ha a mio parere messo davvero paura alla bella Caroline. Alla fine la ‘consistency’ della danese ha avuto la meglio, ma credo che questo match sia stato molto utile anche alla Jankovic. Jelena può ritornare la solida giocatrice che era e ha bisogno di lottare, di fare a sportellate con le altre big per capire che ancora se la può giocare. Mi aspetto un buon Roland Garros da parte sua.

Infine, Masha. Masha, Masha, Masha. Croce e delizia di questo sport. Ero molto curioso di vederla giocare contro Vika Azarenka, perché credo che Masha abbia un potenziale notevole ma, allo stesso tempo, Vika stava attraversando un ottimo momento di forma e pensavo si potesse assistere ad un match di alta qualità tecnica, oltre che estetica. Purtroppo, il braccio della bielorussa ha rovinato la serata, a maggior ragione perché la ventunenne di Minsk si era pure aggiudicata il primo parziale per 6-4. Passa la Sharapova, che secondo me domani darà filo da torcere a Caroline Wozniacki. Due semifinali equilibrate, sperando che prevalga lo spettacolo.

 
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Pubblicato da su 13/05/2011 in Analisi, match, Tennis, Wta

 

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Rammarico leonessa

E purtroppo anche Francesca Schiavone lascia il Foro Italico. Non è bastato il tifo incandescente del campo centrale, né la determinazione e la voglia di provarci dell’azzurra. Francesca soccombe, battuta da Samantha Stosur con il punteggio di 6-2 6-4. È difficile fare un’analisi a caldo di quanto visto sino a pochi minuti fa. Il rischio è quello di non riuscire a vedere le cose lucidamente, per come sono realmente state, ma di vederle distorte, di dare un’interpretazione sbagliata. L’idea che mi sono fatto io è che, purtroppo, la Stosur ha meritato il successo. Troppo in palla l’atleta australiana (e personalmente mi ha sorpreso vederla così in condizione, quando nei primi due match non aveva per niente entusiasmato). Il primo set vola via senza che Francesca riesca a capire cosa sta succedendo. In un attimo è 5-1 per la Stosur. Qualche segnale di ripresa la Schiavo lo dà a fine set, il parziale scivola per 6-2, ma resta almeno la sensazione che il secondo set sarà diverso. E, in effetti, Francesca gioca un buon secondo set. Più propositiva, più determinata, la leonessa sembra poter tenere testa alla potentissima Sam. Certo, nei games di battuta della Stosur non c’è molto da fare (e, alla fine, l’australiana chiuderà senza aver concesso nemmeno una palla break). Il match scorre velocemente sino al 4-4. In quel momento si inceppa qualcosa, Francesca concede due palle break che la Stosur realizza. L’epilogo è questione di minuti, Samantha chiude per 6-2 6-4 e centra il pass per le semifinali.

È andata come doveva, ha vinto la giocatrice che ha meritato di più. Resta il rammarico per un match che sarebbe potuto cambiare se Francesca ci avesse creduto un po’ di più e magari azzardato qualcosa in più nei turni di servizio dell’australiana. L’esperienza a Roma finisce qui, ed è un peccato perché il tabellone mai come quest’anno lasciava una speranza di poter arrivare all’ultimo atto del torneo e chissà, magari alzare la coppa. Non accadrà, almeno non in questa stagione. Adesso è giusto che Francesca si concentri sul Roland Garros. È quello l’obiettivo da centrare, è quello il torneo da non fallire. Quanto di buono fatto l’anno scorso resta e resterà per sempre ma il presente può ancora dare grandi soddisfazioni alla nostra numero uno. Bisogna solo crescere d’intensità e alzare il proprio livello. Ed allora si, Francesca sarà pronta per trionfare, di nuovo.

 
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Pubblicato da su 13/05/2011 in Analisi, Tennis, Wta

 

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Talenti a confronto

Mentre al Foro si stanno disputando i match di quarti di finale (a breve in campo Francesca Schiavone) vi posto il video della parte finale del match tra Roger Federer e Richard Gasquet, vinto dal francese al tie-break del terzo. Da segnalare, a mio parere, il nono punto del tie-break, nel quale Federer si rende protagonista di un diritto in controtempo ad uscire davvero pregevole! Buona visione!

 
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Pubblicato da su 13/05/2011 in Atp, match, Tennis, video

 

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Schiavone, l’ultima superstite

Piccola disamina anche per il settore femminile che nella giornata odierna non ha regalato alcuna sorpresa di rilievo. La notizia più buona giunge da Francesca Schiavone che con le unghie e con i denti agguanta la qualificazione per i quarti di finale, sconfiggendo la bella e fragile Daniela Hantuchova. 3-6 6-2 7-5, tanto sudore, tanta fatica e la consapevolezza che si è sulla strada giusta per migliorare. Francesca non è ancora al top ma può crescere. Di buono c’è che anche Sam Stosur, sua prossima avversaria in quarti, sta cercando la condizione ottimale. Un match che mi incuriosisce molto.

Il resto è poca storia (e spero di non minimizzare a causa dell’orario). Caroline Wozniacki supera con qualche problema Yanina Wickmayer (pronostico azzeccato!), mentre ricorrono al terzo sia Jelena Jankovic, contro Anabel Medina, che Vika Azarenka, contro una solida Pavlyuchenkova. Semmai, una menzione particolare la merita la bella Maria Sharapova. Non solo per le ovvie ed indubbie qualità estetiche, quanto perché oggi ha offerto davvero una solida prestazione contro Shahar Peer. Pensavo ci potesse essere maggior equilibrio ed invece Masha ha fatto il bello e il cattivo tempo (soprattutto il primo). Sono davvero curioso di vederla in azione, domani, contro Vika. Si preannuncia uno scontro davvero interessante!

Ad onor di cronaca hanno centrato i quarti anche Na Li (sorprendente 6-2 6-1 alla Gajdosova) e Greta Arn, che al tie-break del terzo ha superato Elena Vesnina. So che con i se e con i ma non si va lontano, ma in realtà mi viene solo da pensare che è un gran peccato vedere la Arn li (italianamente parlando), quando, in condizioni normali, ci sarebbe potuta essere Alberta al suo posto. Peccato, davvero! Ci resta la Schiavo, sperando che domani sia un gran match!

 
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Pubblicato da su 13/05/2011 in Analisi, Tennis, Wta

 

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Successe al Foro

Sarà forse il caso che, dopo la mia lunga e poetica analisi sul talento di Gasquet (ma quando uno è un fenomeno mi sembra giusto sottolinearlo, no?), mi soffermi ad analizzare quanto successo al Foro nella giornata odierna. Tolto appunto lo splendido successo di Gasquet, in un match davvero eccellente, che Federer avrebbe si potuto vincere ma che non rappresenta l’alba del tramonto (!) di Re Roger, ci sono una serie di elementi che secondo me hanno bisogno di essere discussi.

In primis, Novak Djokovic. Sempre più forte, sempre più invincibile. La cosa preoccupante è che di fronte Nole si è trovato un giocatore che ha pure disputato un buon match. Perché il Wawrinka del primo set ha espresso davvero un buon livello di gioco, che non si era di certo visto nelle prime due apparizioni dell’elvetico. Poco cambia. 6-4 6-1 e quarti in cascina. Quarti in cui affronterà Robin Soderling, che oggi ha sorprendentemente battuto, a mio parere, Nicolas Almagro.

E poi Potito. Sinceramente ieri sera, dando un’occhiata ai match di oggi, pensavo che Potito potesse fare lo sgambetto ad Andy Murray. Il tennis espresso dal nostro numero uno sia contro il guru Dolgopolov che contro l’arcigno Troicki mi avevano davvero positivamente colpito. Se a questo si aggiunge il fatto che ultimamente Murray gioca bene un incontro ogni dieci, le possibilità di successo del campano aumentavano notevolmente. Ecco, Potito ha beccato quell’uno. Il Murray visto oggi è apparso quasi in stato di grazia. 6-2 6-3 con un ottimo tennis per l’inglese, e la speranza che domani non torni a riappannarsi, dando spazio al Murray svogliato e frettoloso. Per Poto, comunque, un gran torneo. Salirà, vale molto di più del 40esimo posto nel ranking.

Last but non least il numero uno del mondo. Rafa oggi disputava un derby fratricida con Feliciano Lopez. Ha vinto, fin qui tutto nella norma. Ma la prestazione lascia davvero perplessi e se continua su questa scia ho seri dubbi che possa superare già domani l’ostacolo Cilic, anche se oggi ha dichiarato di soffrire di un virus che gli impedisce di esprimersi al meglio. Vedremo. La speranza è che si riprenda. Roma ha bisogno di lui. Al momento è il principale candidato al ruolo di anti-Djokovic.

 
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Pubblicato da su 13/05/2011 in Analisi, Atp, Tennis

 

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Dinamiche di un potenziale fenomeno

Da dove partire? Ehm…la giornata di oggi mi ha dato tanti, troppi spunti che non posso, inevitabilmente, non cogliere. Per una volta abbandono, o meglio pongo in secondo piano, la mia forte vena patriottica (anche questa volta Potito, ahimé sempre lui, mi capirà). Perché credo che il match tra Federer e Gasquet si meriti in toto la copertina di questo pezzo. E se la merita per tanti motivi. Primo su tutti il fatto che probabilmente ci ritroviamo di fronte alle due più belle rappresentazioni del tennis. Talenti, allo stato puro. Li riconosci subito. E dall’incontro di questi due fenomeni non poteva che uscire fuori un match spettacolare, stupendo, che Gasquet ha finito per portare a casa con lo score finale di 4-6 7-6 7-6. Non sto a dilungarmi sull’analisi della partita. Credo sia più importante soffermarsi sulle conseguenze di questo match. Perché a mio parere questo incontro si potrebbe porre come una sorta di spartiacque. Specialmente per Gasquet. Richard ha un talento pazzesco, mostruoso, sovrumano. L’enfant prodige francese è andato avanti, si è formato con la consapevolezza di avere una dote tanto rara quanto preziosa. Pochi nascono con un braccio ed una sensibilità del genere, pochissimi riescono a trasformare il talento grezzo in pura arte. Ecco, Richard sembrava essere su questa strada qualche anno fa. Ricordo in particolare il match che sancì la sua prima nascita tennistica. Era aprile del 2005, Masters Series di Montecarlo. Questo giovane talento francese, che latitava intorno alla centesima posizione del ranking, affrontava Roger Federer, allora ovviamente numero uno del mondo, nei quarti di finale. Immaginatevi la pressione, l’emozione. In questi casi rischi di finire vittima delle tue stesse paure, rischi di prendere 6-1 6-1 e di ritrovarti in un baleno sotto la doccia a chiederti “ma cosa è successo?”. E invece Richard gioca il match che non ti aspetti. Solido, concreto, eccellente da fondocampo. Un match perfetto. Risultato: 6-7 6-2 7-6 Gasquet. Poco importa che in semifinale Richard sia stato fermato da Nadal. Quello che conta è che quel momento ha sancito il battesimo tennistico di Gasquet. Un battesimo tennistico di livello, di quelli che ti conducono, o per lo meno dovrebbero condurti, in poco tempo nel gotha del tennis. Ad un certo punto, quando la crescita sembrava poter raggiungere l’apice, qualcosa si inceppa. Forse paura, forse pressione, forse ingenuità, Gasquet cade vittima di alcune brutte situazioni (che non credo valga la pena approfondire, anche perché restano di per sé alquanto inconcludenti e vaghe) e finisce sull’orlo del baratro. Il vuoto. Richard sprofonda. Scompare. Finisce nel dimenticatoio. Gli anni passano e mattone dopo mattone, incontro dopo incontro Richard comincia, con maggiore maturità, a risalire la china, a provare a riprendersi quello che, ingenuamente o meno, ha perso. Ed è in questo contesto che si inserisce il match odierno. A mio parere quello odierno è stato il secondo battesimo tennistico del talento francese. Che riparte da dove aveva lasciato. Migliorare quel settimo posto nel ranking. Può farcela, davvero. E credo che se riuscirà a trovare la continuità di cui ha bisogno, entrerà davvero nel gotha di questo sport. Attenzione a lui, l’enfant prodige adesso è davvero cresciuto.

 
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Pubblicato da su 13/05/2011 in Analisi, Atp, Tennis

 

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L’ecatombe azzurra

Come giusto che sia bisogna fare qualche riflessione anche sul torneo femminile. Un torneo femminile che oggi ha regalato ben poche, anzi nessuna soddisfazione ai colori azzurri. Sarà forse parte di una legge del contrappasso, sarà forse che uomini e donne non possano necessariamente andare bene contemporaneamente, fatto sta che per mantenere questa sorta di equilibrio naturale le nostre ragazze hanno purtroppo racimolato uno 0-3 davvero poco confortante. Tuttavia, mi sembra giusto distinguere tra i vari match.

Perché onestamente a Sara Errani si poteva chiedere davvero poco. Vika Azarenka, la bella bielorussa, partiva due spanne avanti alla nostra tennista. Troppo solida, troppo potente, troppo pesante (tennisticamente s’intende) la ventunenne di Minsk per il nostro scricciolo che, come ulteriore aggravante, aveva la sfortuna di fare uso di un tipo di gioco che la Azarenka indossa a perfezione. Risultato: 6-1 6-2 in poco più di un’ora. Ci sta. Sara è giovane e intelligente, potrà togliersi delle soddisfazioni in futuro.

Discorso diverso vale per Alberta e Romina. Alberta ha finito per finire (mi scuso per la ridondanza) vittima del gioco e ancor di più della pressione di un match che in condizioni normali avrebbe portato a casa. Non me ne voglia Greta Arn, buona veterana ungherese, ormai stazionaria nelle prime 50-60 del ranking, ma se non fosse stato per il contesto così importante Alberta avrebbe chiuso la pratica in due set, specialmente visto l’ottimo stato di forma che stava attraversando. E la possibilità di affrontare Elena Vesnina in ottavi non capita, purtroppo, tutti gli anni.

Infine Romina. Un match molto altalenante, con due giocatrici di per sé molto scostanti. Dopo una pessima partenza Romina sembrava aver agguantato la situazione e pensavo potesse portare il match dalla sua parte. In realtà, perso il primo set, persa la via. Il secondo parziale scivola velocemente tra le braccia della bella Daniela che, domani, avrà sulla sua strada la nostra unica superstite, Francesca Schiavone. Un buon test per Francesca, una valida avversaria.

Il resto è poca cosa. Tanti match, poche emozioni. Caroline ‘muro insormontabile’ Wozniacki rifila un netto 6-2 6-0 alla povera Rodionova. La Serbia gioisce a metà, perché la Jankovic, probabilmente svegliatasi con la luna buona, si riscopre tennista solida e spazza via Lucie Safarova, alias miss Berdych, mentre Ana Ivanovic spreca l’ennesima occasione, facendosi rimontare da Yanina Wickmayer. Sorprendono semmai le eliminazioni di Agnieszka Radwanska, contro una Vesnina tutt’altro che irresistibile, e di Andrea Petkovic, nettamente battuta dalla slovena Hercog. Avanzano Li e Stosur, ma a fronte di avversarie tutto sommato fattibili, mentre mi sorprende positivamente la Peer che vince bene contro Alisa Kleybanova.

Domani gli ottavi. Si entra nella fase calda. Tornano in campo Sharapova e Schiavone. Sperando che almeno Francesca mantenga alto il tricolore.

 
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Pubblicato da su 12/05/2011 in Analisi, Tennis, Wta

 

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